Attacchi di panico

I disturbi d’ansia (Attacchi di Panico, Fobia sociale, Disturbo d’ansia generalizzata, Disturbo Post Traumatico da Stress e Fobie specifiche) hanno in comune la PAURA come sensazione di base. La paura può essere amica o acerrima nemica; mi permetta il lettore, di spiegare questa apparente contraddizione: da ex atleta professionista devo rendere grazie alla paura (nello specifico di non essere all’altezza dei miei compagni o degli avversari), in quanto questa sensazione mi ha portato ad allenarmi duramente per essere giorno dopo giorno un atleta migliore. In alcune fasi della mia carriera agonistica, però, sono stato vittima dell’ansia e della paura ottenendo prestazioni davvero scadenti! Questo è interessante… io non ero un atleta “segnato” dalla paura, ma a seconda di come gestivo il momento, anziché subire la situazione, potevo cambiare l’esito della mia performance e della mia vita.

Vediamo come si può fare per rendere la paura, sensazione di base che tutti abbiamo e che possiamo avere come amica, un’acerrima nemica; questo, per paradosso, ci indicherà la strada giusta da percorrere per gestire al meglio questa sensazione così potente e atavica. In questo articolo parlerò nello specifico della forma più parossistica della paura: l’attacco di panico. L’attacco di panico è uno “tsunami emotivo” che travolge e sconvolge in brevi istanti terribili, accompagnato da sensazioni di perdere completamente il controllo di sé stessi o di morire… in questi frangenti la persona tenta di superare il momento in qualsiasi modo.

Grazie al lavoro più che trentennale svolto al Centro di Terapia Breve Strategica di Arezzo diretto dal Prof. Giorgio Nardone e da tutti gli psicoterapeuti affiliati in tutto il mondo, è emerso in modo cristallino come siano proprio questi tentativi di soluzione a portare la paura fino al panico! Sono principalmente tre i tentativi che esacerbano la paura trasformandola in panico: il tentativo di controllare la paura e le proprie reazioni fisiologiche… ottenendo in tutta risposta un aumento esponenziale delle reazioni stesse; l’evitamento delle situazioni fobiche… che conferma all’evitante di non essere in grado di fronteggiare determinate situazioni e, infine, il chiedere aiuto… il che, nuovamente, trasmette un senso di incapacità e invalidità. L’obiettivo della terapia sarà quello di interrompere questo involontario circolo vizioso, dando alla persona tutti gli strumenti e le tecniche per gestire e superare i momenti di paura.

Permettetemi di parlare di una situazione troppo spesso confusa con l’attacco di panico, cioè l’angoscia, che “si manifesta con un senso di oppressione al petto, come se un enorme peso lo comprimesse. Il soggetto sospira e respira con affanno quasi gli mancasse l’aria, E prova timore per qualcosa di indesiderato a cui si sente inesorabilmente condannato” (tratto da “La terapia degli attacchi di panico” di Giorgio Nardone; ed. Ponte alle Grazie). La Terapia Breve Strategica attraverso stratagemmi, conduce dolcemente la persona a sperimentare, prima che capire, situazioni positive, perché è fondamentale sapere che un intervento basato su questo Approccio può permetterci di tornare a credere, come dice Shakespeare, che “non c’è notte che non veda il giorno”.

Bibliografia:

  • Nardone G., Balbi E. “Solcare il mare all’insaputa del cielo”, Ponte alle Grazie, Milano
  • Nardone G. “Non c’è notte che non veda il giorno. La terapia in tempi brevi per gli attacchi di panico”, Ponte alle Grazie, Milano
  • Nardone G. “Oltre i limiti della paura”, Rizzoli, Milano
  • Nardone G.  “Paura, Panico, Fobie”, Ponte alle Grazie, Milano
  • Nardone G. “La terapia degli attacchi di panico, Ponte alle Grazie, Milano