Il trattamento indiretto con bambini e ragazzi difficili è un tipo di intervento psicologico che prevede il coinvolgimento di uno o più membri adulti della famiglia, i quali rappresentano la risorsa principale per un cambiamento positivo e per ripristinare una situazione di benessere del minore e quindi di tutto il sistema familiare. Molti dei problemi che si manifestano nel contesto familiare e che compromettono il normale svolgimento delle attività quotidiane di uno o più componenti possono essere, a volte, non affrontati in modo adeguato o possono essere sottovalutati. I problemi psicologici che coinvolgono la famiglia si costruiscono spesso sulla base delle reazioni messe in atto dai genitori per cercare di risolvere il problema stesso. Il problema così, anziché risolversi, viene alimentato o addirittura estremizzato dal modo in cui si sta cercando, con le migliori intenzioni, di risolverlo. Il rischio maggiore al quale una famiglia può andare incontro, continuando ad utilizzare gli stessi comportamenti di sempre, è che un problema possa trasformarsi in un profondo disagio e di conseguenza in un disturbo psicopatologico, questo accade quando il problema si mantiene, si stabilizza e si amplifica in seguito alla messa in atto di soluzioni disfunzionali perpetuate nel tempo. A questo punto l’intervento Strategico, va alla ricerca della leva per sovvertire i circoli viziosi che si sono instaurati nella famiglia, utilizzando dei protocolli di intervento collaudati, nel giro di poche sedute, le prescrizioni bloccheranno le tentate soluzioni disfunzionali, e farà sì che si inneschino dei cambiamenti per la risoluzione del problema. Può sembrare strano, ma preferisco vedere esclusivamente i genitori, i quali hanno un potere sulle dinamiche familiari che spesso ignorano, evitando ai figli il rischio di sentirsi diversi per il solo fatto di essere in cura da uno specialista. Il bambino prima di tutto non deve sentirsi etichettato, nè come un bambino difficile nè come problematico; è decisivo evitare di fare diagnosi che possono creare una realtà difficile e immutabile creando l’effetto della Profezia che si autoavvera. Il rischio è di sommare ad un problema già presente, l’etichetta diagnostica di una possibile patologia che anziché risolvere il problema in questo caso lo potrebbe solo aggravare. La diagnosi la comunicheremo all’ interessato quando non è più pericoloso farlo. Come diceva già Ippocrate: “Primum non nocere.” Inoltre è molto più proficuo lavorare con i genitori e/o insegnanti, piuttosto che con un bambino o ragazzo problematico che potrebbe boicottare e rendere vano il nostro intervento (anche se spesso succede che il bambino/ragazzo chieda espressamente, vedendo cambiamenti in famiglia, di incontrarmi; e questo è fondamentale, per esempio, nei casi di anoressia). Questo tipo di intervento viene definito, al Centro di Terapia Strategica di Arezzo, come “Solcare il mare all’insaputa del cielo”. “E’ semplice rendere le cose complicate, ma è difficile renderle semplici.” F. Nietzsche